Anche se la stragrande maggioranza dei subacquei non farà mai esplorazioni di grotte, alcune abilità tipiche della speleosubacquea è conveniente che siano apprese da tutti. Ciò potrà risultare utile in ogni immersione. Tutto ciò secondo i principi della gradualità dell’addestramento e della specificità di ogni immersione.
Il ritrovo era fissato nel parcheggio prospiciente l’uscita del casello autostradale di Capannori. Paolo e io, vicini alle nostre auto colme di attrezzature scuba, stavamo aspettando gli altri istruttori del Grotta Giusti Diving. La giornata prometteva di essere calda, ma la nostra destinazione, la Buca del Tinello, nel cuore del Parco delle Alpi Apuane, sicuramente ci avrebbe rinfrescato.
Solitamente alla Buca organizziamo il “discovery cave”: un breve programma di introduzione alla immersione in grotta per i subacquei che già conosciamo per essere stati in immersione con noi a Grotta Giusti, ma stamani faremo delle foto con un nostro amico, esperto subacqueo, e quindi derogheremo dal programma. Ma non dalle regole di sicurezza.
Finalmente siamo tutti e, ottimizzati gli equipaggi su le auto, ci inoltriamo nella valle del fiume Serchio che, risalendola, si fa sempre più stretta, tra splendidi paesaggi e suggestive costruzioni come il ponte del Diavolo con le sue leggende, tutte finalizzate a minimizzare la paura del demonio, il che non guasta mai.
All’altezza di Gallicano ci inoltriamo lungo la strada che costeggia la Turrite, un torrente che nasce dalle splendide montagne sovrastanti: il monte Forato e il monte Croce. Siamo quasi arrivati a destinazione che è subito dopo il paese di Fornovolasco. Questo antico paese, che si trova alla confluenza di tre torrenti, era specializzato nella lavorazione metallurgica ( “al forno, la dove il garfagnino il ferro caccia..” L.Ariosto) Oggi presenta un aria inquietante e misteriosa.
Siamo nel cuore del Parco delle Alpi Apuane in un area con spettacolari fenomeni carsici, come la famosa Grotta del Vento appena un chilometro distante dalla “nostra” grotta, ma, in quest’area, se ne contano circa 2000 di grotte, molte delle quali allagate. Ricordiamo le più famose: la Pollaccia, Renara, il Fontanaccio.
Siamo arrivati. Possiamo parcheggiare le auto vicino all’ingresso della grotta, altro aspetto che la rende invitante. Risparmiare fatica fa sempre bene anche se in questo tipo di attività la fatica va messa in conto.
Andiamo a prepararci a questa nuova esperienza: attrezzature a terra, poi preciso breafing pianificando tutti i momenti successivi. No info generiche, ma la nostra precisa e elaborata personale esperienza. Ci sarà da scendere la scarpata, salire una piccola cascata e entrare nella risorgiva del Tinello. Qui il livello dell’acqua è costante, non risente delle piogge e quindi non ci sono pericoli di piene improvvise. Faremo tre sifoni: il primo di pochi metri, il secondo un po’ più lungo e il terzo di circa 60 metri. I sifoni successivi non sono praticabili. La configurazione è un 7+7 con manifold, più che sufficiente per i nostri percorsi che si sviluppano ad una profondità massima di 6,5 metri.
Dopo il terzo sifone lasceremo le attrezzature subacquee, con i rubinetti ben chiusi, e andremo a fare due passi tra le concrezioni della parte aerea della grotta con meravigliose colate di calcite (la loro crescita è di un centimetro ogni mille anni!). Siamo in una galleria vadosa, con l’acqua che scorre a pelo libero tra stalattiti illuminate dalle nostre torce, un luogo ideale per fermarsi un attimo e contemplare le vene di nostra madre terra.
I subacquei che si sono già immersi in Grotta Giusti conoscono quali sono i fattori specifici delle immersioni in grotta: temperatura, buio, ambiente ostruito, visibilità, propulsione. Se a Grotta Giusti questi fattori sono tutti neutri o favorevoli, alla Buca del Tinello occorre variare due fattori da neutri a potenzialmente stressogeni: la temperatura e la visibilità. Quindi oggi i subacquei di Grotta Giusti faranno un passo avanti introducendo questi due fattori.
Indossiamo la muta e lo scuba e entriamo in questo nuovo mondo ma non prima di aver eseguito un ottimo check pre dive.
Siamo in grotta. La galleria freatica, cioè piena d’acqua, ha colori fantastici Presenta numerosissimi scallops (incavi formati per il moto vorticoso dell’acqua nella condotta) E’ sufficientemente larga e non presenta strettoie subacquee. La sagola guida ci indica i punti dove è più conveniente passare, le freccette (arrows) danno un tono da vera grotta subacquea anche se non ci sono diramazioni e jumps da fare. (siamo in una condotta) Lascio le parole alle foto.
Dopo la passeggiata nella parte aerea come indicato nel briefing e ripresa poi la via del ritorno subacqueo, eccoci fuori, però con un pezzo di cuore lasciato dentro alla Buca del Tinello e il restante cuore enormemente felice per l’impresa compiuta. Qualche battuta spiritosa e poi a stendere l’attrezzatura e a riordinarla. Debriefing come si usa fare nei veri team, mangiucchiando qualche nocciolina e arraffando qualche fetta di torta per reintegrare subito le energie spese. Ma si pensa già a quale ristorantino sederci per una zuppa di farro, tortelli e fette di lardo.
La voglia di divulgare nuovi siti di immersione e di renderli alla portata di tanti sub ci rende orgogliosi e felici. E’ come insegnare a mangiare un’ arancia a spicchi e non tutta intera.